Guido Chiarelli (1902-1982) fu un pioniere nel campo della pubblica illuminazione a Torino, per il numero e la qualità degli impianti realizzati. Particolare rilievo ebbe il suo contributo alla illuminazione della città per le celebrazioni del Centenario dell'Unità d'Italia (Italia 61). In questa sede si vuole ricordare la vita e la sua opera.
mercoledì 31 agosto 2011
IL GIARDINO INCANTATO: poesia dedicata a mio padre Guido Chiarelli, di Lidia Chiarelli
IL GIARDINO INCANTATO
(FLOR 61)
“Peacocks walked
under the night trees
in the lost moon
light…"
Lawrence Ferlinghetti
E poi furono le luci
che si accesero
lentamente
nel giardino dai mille colori.
Si accesero
calde, vibranti
sulle pietre dei viali
sui petali dei tulipani
sull’acqua delle fontane
accarezzate da un’esile brezza.
Le luci
si accesero per me
che camminavo
nei sentieri fioriti
mentre fragranze sottili
mi avvolgevano
nel silenzio della sera
e le bandiere
mosse dal vento
diventavano
forme screziate
di un quadro incompiuto.
Grappolo di ricordi lontani
che oggi si ricompongono
mentre stringo fra le dita
l’ultima, appassita
rosa di maggio.
Lidia Chiarelli
(maggio 2011)
Poesia letta il 24 luglio 2011 a Torino - Officine Grandi Riparazioni - nell'ambito del progetto "Io c'ero", organizzato dagli "Amici di Italia 61"
sabato 2 aprile 2011
Le Luci di Torino, Articolo di Lidia Chiarelli, La Stampa, 11 marzo 2011
(Mole Antonelliana per Italia 150, fine art photo di Alessandro Actis, Torino)
LINK: http://guidochiarelli.files.wordpress.com/2011/04/le-luci-di-torino.pdf
LINK: http://guidochiarelli.files.wordpress.com/2011/04/le-luci-di-torino.pdf
sabato 19 febbraio 2011
Italia 61
Per celebrare i 100 anni dell’Unità d’Italia, a Torino fu organizzata una grande mostra storica in zona “Millefonti”, un luogo, lungo le sponde del Po, che era stato punto di ritrovo per le feste campestri del Duca Carlo Emanuele I, nel XVII secolo.
La mostra, nota come EXPO 1961, si estendeva nel Palazzo del Lavoro, nel Palazzo a Vela e nei padiglioni delle Regioni Italiane.
Suscitò molta curiosità il Circarama della Walt Disney, offerto dalla FIAT. Fu costruito un padiglione smontabile di 1500 mq in alluminio, acciaio e plastica. All’interno della sala di proiezione, uno schermo circolare a 360° avvolgeva completamente gli spettatori, che avevano l’impressione di diventare protagonisti del filmato. I fasci delle immagini partivano da 9 proiettori e il suono era sincronizzato con le immagini. Il film, intitolato “Italia 1961”, era stato prodotto dalla “Walt Disney Production” in California e metteva in evidenza gli aspetti più significativi del paese attraverso le riprese effettuate dal C119, l’aereo del Ministero della Difesa.
Fu costruita una ovovia, con 61 cabine colorate biposto, che univa la zona espositiva di Italia 61 con il Parco Europa a Cavoretto. Il dislivello fra le due stazioni era di 120 m., il cavo era posizionato a 10 m di altezza e in un’ora si potevano trasportare 700 persone in entrambe le direzioni.
La Monorotaia Alwegg , diventata ben presto l’icona dell’esposizione, attirò immediatamente l’attenzione dei torinesi e degli oltre 4 milioni di visitatori: l’area espositiva era attraversata per 1800 metri da un tratto di ferrovia con monorotaia del tipo a sella, posizionata su un viadotto in cemento armato sorretto da pilastri. Le due stazioni erano su piattaforme sopraelevate. Il percorso seguiva una linea retta, eccetto un’ampia curva che attraversava un lago artificiale. La vettura era formata da tre carrelli con cabine panoramiche alle estremità. Era lunga 30 metri e la sua velocità media era di 60 Km/h.
E’ stato calcolato che il “treno aereo” ha percorso 25 mila Km e ha effettuato 22 mila viaggi. ˡ
Con il nome di FLOR 61 si denominò la grandiosa esposizione floreale a cui parteciparono 800 espositori di 19 nazioni.
“Composta, ammirata, commossa, la gente sostava nei punti più panoramici, o seguiva il lungo percorso sapientemente studiato: non avvertiva stanchezza e usciva con il rammarico di non aver visto tutto, di non aver assaporato abbastanza l’indefinibile profumo di sortilegio che emanava dal favoloso insieme di piante e di fiori venuti da tutte le parti del mondo.” Particolarmente studiata fu l’illuminazione del giardino roccioso, costruito all’interno di FLOR 61:
oltre alle tre torri-faro progettate per illuminare il giardino nel suo insieme, altre fonti luminose furono posizionate per evidenziare scorci suggestivi: i percorsi dei ruscelli, le piccole cascate, i ponticelli in legno, i cespugli colorati.
Tutta la zona di Expo 1961 fu oggetto di innovativi impianti di illuminazione. Il corso Unità d’Italia (allora corso Polonia) e le zone limitrofe furono illuminati con lampade fluorescenti a bulbo per un totale di 910 nuovi lampioni.
Ma le celebrazioni di Italia 61 furono anche l’occasione per una trasformazione radicale degli impianti di illuminazione della città e, dal centro storico alla periferia, Torino mutò il suo volto.
E fu in quel momento che i lastricati delle vie e delle piazze, le facciate delle chiese e degli antichi, storici palazzi e gli zampilli delle fontane furono modellati da una nuova luce, e fu in quel momento che la luce diventò arte e poesia.
Bibliografia e sito web:
ˡ http://www.italia61.it/
AAVV, FLOR 61, Tipografia Torinese Editrice, Torino, 1961
Per celebrare i 100 anni dell’Unità d’Italia, a Torino fu organizzata una grande mostra storica in zona “Millefonti”, un luogo, lungo le sponde del Po, che era stato punto di ritrovo per le feste campestri del Duca Carlo Emanuele I, nel XVII secolo.
La mostra, nota come EXPO 1961, si estendeva nel Palazzo del Lavoro, nel Palazzo a Vela e nei padiglioni delle Regioni Italiane.
Suscitò molta curiosità il Circarama della Walt Disney, offerto dalla FIAT. Fu costruito un padiglione smontabile di 1500 mq in alluminio, acciaio e plastica. All’interno della sala di proiezione, uno schermo circolare a 360° avvolgeva completamente gli spettatori, che avevano l’impressione di diventare protagonisti del filmato. I fasci delle immagini partivano da 9 proiettori e il suono era sincronizzato con le immagini. Il film, intitolato “Italia 1961”, era stato prodotto dalla “Walt Disney Production” in California e metteva in evidenza gli aspetti più significativi del paese attraverso le riprese effettuate dal C119, l’aereo del Ministero della Difesa.
Fu costruita una ovovia, con 61 cabine colorate biposto, che univa la zona espositiva di Italia 61 con il Parco Europa a Cavoretto. Il dislivello fra le due stazioni era di 120 m., il cavo era posizionato a 10 m di altezza e in un’ora si potevano trasportare 700 persone in entrambe le direzioni.
La Monorotaia Alwegg , diventata ben presto l’icona dell’esposizione, attirò immediatamente l’attenzione dei torinesi e degli oltre 4 milioni di visitatori: l’area espositiva era attraversata per 1800 metri da un tratto di ferrovia con monorotaia del tipo a sella, posizionata su un viadotto in cemento armato sorretto da pilastri. Le due stazioni erano su piattaforme sopraelevate. Il percorso seguiva una linea retta, eccetto un’ampia curva che attraversava un lago artificiale. La vettura era formata da tre carrelli con cabine panoramiche alle estremità. Era lunga 30 metri e la sua velocità media era di 60 Km/h.
E’ stato calcolato che il “treno aereo” ha percorso 25 mila Km e ha effettuato 22 mila viaggi. ˡ
Con il nome di FLOR 61 si denominò la grandiosa esposizione floreale a cui parteciparono 800 espositori di 19 nazioni.
“Composta, ammirata, commossa, la gente sostava nei punti più panoramici, o seguiva il lungo percorso sapientemente studiato: non avvertiva stanchezza e usciva con il rammarico di non aver visto tutto, di non aver assaporato abbastanza l’indefinibile profumo di sortilegio che emanava dal favoloso insieme di piante e di fiori venuti da tutte le parti del mondo.” Particolarmente studiata fu l’illuminazione del giardino roccioso, costruito all’interno di FLOR 61:
oltre alle tre torri-faro progettate per illuminare il giardino nel suo insieme, altre fonti luminose furono posizionate per evidenziare scorci suggestivi: i percorsi dei ruscelli, le piccole cascate, i ponticelli in legno, i cespugli colorati.
Tutta la zona di Expo 1961 fu oggetto di innovativi impianti di illuminazione. Il corso Unità d’Italia (allora corso Polonia) e le zone limitrofe furono illuminati con lampade fluorescenti a bulbo per un totale di 910 nuovi lampioni.
Ma le celebrazioni di Italia 61 furono anche l’occasione per una trasformazione radicale degli impianti di illuminazione della città e, dal centro storico alla periferia, Torino mutò il suo volto.
E fu in quel momento che i lastricati delle vie e delle piazze, le facciate delle chiese e degli antichi, storici palazzi e gli zampilli delle fontane furono modellati da una nuova luce, e fu in quel momento che la luce diventò arte e poesia.
Bibliografia e sito web:
ˡ http://www.italia61.it/
AAVV, FLOR 61, Tipografia Torinese Editrice, Torino, 1961
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