Guido Chiarelli (1902-1982) fu un pioniere nel campo della pubblica illuminazione a Torino, per il numero e la qualità degli impianti realizzati. Particolare rilievo ebbe il suo contributo alla illuminazione della città per le celebrazioni del Centenario dell'Unità d'Italia (Italia 61). In questa sede si vuole ricordare la vita e la sua opera.
lunedì 8 luglio 2019
3 luglio 2019: Cerimonia di scoprimento della targa per Guido Chiarelli
Discorso del nipote Alessandro Actis:
D’inverno ci sono i lampioni più belli di sempre. Si accendono presto e hanno dita di luce nel buio. Ma la gente ha le mani in tasca e il passo veloce di chi non guarda.
Vorrei dunque iniziare il mio intervento con questa citazione di Fabrizio Caramagna, studioso torinese e scrittore di aforismi.
E’ un invito a guardare la nostra città sotto un’altra angolazione, la città che - quando cala la sera - si accende con la luce artistica dei lampioni.
In questa bellezza della illuminazione pubblica credeva fermamente mio nonno, Guido Chiarelli, che è stato definito il “poeta della luce”.
Dal 1928 al 1968 lavorò al Comune di Torino dove progettò e realizzò numerosi innovativi impianti di illuminazione tanto che Torino cominciò ad essere indicata dai mezzi stampa come la Ville Lumière italiana.
Tra i ricordi di famiglia, mi ha sempre colpito il fatto che mio nonno desiderava coinvolgere la moglie e figlia nel suo lavoro e la sera spesso si recavano insieme a prendere visione dei risultati ottenuti con la realizzazione dei nuovi progetti di illuminazione di tratti stradali, piazze e giardini.
Come è già stato ricordato, particolarmente significativo fu il ruolo da lui svolto durante le celebrazioni di “Italia 61”, un progetto che – come sappiamo - si rivelò un grande lavoro di équipe dove il valore identitario della città venne riscoperto, affermato e consolidato.
Proprio qui al Valentino mio nonno progettò per l'esposizione universale del 1961 l’illuminazione delle fontane e del giardino roccioso offrendo così un risvolto artistico a questo giardino voluto dall’amico Cavaliere del Lavoro Giuseppe Ratti.
Desidero dunque ringraziare tutti voi che siete intervenuti, ringrazio il Comune di Torino nella persona della sindaca Chiara Appendino e del Presidente del Consiglio Comunale Francesco Sicari, il Consigliere Comunale Federico Mensio, qui in rappresentanza del Consiglio Comunale e il Presidente della circoscrizione 8 Davide Ricca e grazie anche a tutti i membri della Commissione Comunale per la Toponomastica. A tutti dunque grazie per questa giornata di commemorazione e scoprimento della targa a ricordo delle opere realizzate in quarant’anni di lavoro da mio nonno Guido Chiarelli per rendere più bella e attraente la nostra città.
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